Martiri della Fraternità

Inchiesta diocesana SUPER MARTYRIO
Processo istituito dal vescovo di Bururi il 21 giugno 2019

MARTIRI DELLA FRATERNITA’

Per la chiesa che sta in Burundi è motivo di grande gioia e orgoglio l’apertura ,
nella cattedrale di Bururi, del processo di canonizzazione di alcuni gruppi di
sacerdoti e seminaristi ed una laica, uccisi in diversi periodi tra gli anni ’70 e gli
anni ’90. La causa ha un sottotitolo: “martiri della fraternità” per sottolineare la
loro testimonianza controcorrente.
Quando infatti nel paese africano, dopo la proclamazione dell’indipendenza si è
acceso un conflitto tra le due etnie tusti e hutu, conflitto ancora in corso, essi
hanno dimostrato che l’amore portato da Cristo supera le divisioni rendendoci tutti
fratelli.
Era il 17 maggio 1972 quando venne ucciso il padre Michel Kayoya di 38 anni.
Sacerdote, poeta e filosofo, attraverso le sue pubblicazioni aveva sempre sostenuto
che le differenze etniche più che essere una minaccia sono una ricchezza, un dono
reciproco. Arrestato da una banda armata e imprigionato insieme ad una
cinquantina di preti e laici, andò verso la morte cantando i salmi e il Magnificat.
Al 30 settembre 1995 risale il martirio di due saveriani, padre Ottorino Maule di
Gambellara (Vicenza) e padre Aldo Marchiol di Udine e della volontaria laica
Catina Gubert di Fiera di Primiero che prestava servizio nella missione di
Buyengero per la promozione della donna. Il servizio verso i poveri,
indipendentemente dal gruppo etnico, costò loro la vita.
Infine il 30 aprile 1977 è la data dell’uccisione di quaranta seminaristi di Buta che
hanno preferito morire piuttosto che separarsi secondo le etnie. All’ordine di un
gruppo di ribelli di dividersi in Hutu e tusti, essi risposero che erano
semplicemente seminaristi e si sentivano fratelli.

Per questo furono uccisi. Sul luogo della loro sepoltura è sorto ora il Santuario
della fraternità, noto a livello internazionale. I vescovi burundesi hanno ricevuto il
nulla osta da parte della Congregazione per le Cause dei Santi per l’avvio
dell’inchiesta diocesana sul presunto martirio di 44 fratelli e sorelle.
Il tribunale per il processo rogatoriale richiesto dal Vescovo di Bururi è stato
costituito dal vescovo di Parma.
Nei giorni 26 e 27 novembre 2019 il tribunale rogatoriale, con il permesso
dell’Arcivescovo di Trento, sarà a Fiera di Primiero per escutere i testimoni.
Non si tratta di un tribunale penale, ma di una celebrazione della bontà e
misericordia di Dio.
L’inchiesta diocesana sul presunto martirio è un dono per tutta la Chiesa locale e
per la nostra comunità.
Martedì 26 novembre in arcipretale a Pieve alle ore 18.00 sarà celebrata una s.
Messa, illuminati e sostenuti dalla testimonianza dei martiri della fraternità.


Serva di Dio Catina Gubert Martire
Fiera di Primiero, Trento, 8 dicembre 1921 – Buyengero, Burundi, 30 settembre 1995

Catina Gubert era nata nel 1921 a Fiera di Primiero (TN). Impegnata in parrocchia e nel sociale, ha così a cuore la missione che, nel 1975, con altri 4 volontari e saveriani, parte per il Burundi. Nel 1995 il clima era pesante, ma i missionari decidono di restare. Catina fu uccisa a Buyengero il 30 settembre 1995, assieme a padre Ottorino Maule e padre Aldo Marchiol.

Catina Gubert era nata a Fiera di Primiero l’8 dicembre del 1921, coltivando fin da giovane una sensibilità missionaria. Partecipa alle attività parrocchiali ed aderisce al GLAM (gruppo laici per l’America Latina) interessandosi della raccolta fondi per i missionari del Brasile e della Bolivia.
Nel 1975 raggiunge il Burundi dove, con altri volontari fonda una comunità di lavoro. In Burundi rimarrà per 10 anni. Rientrata in famiglia, nel 1984 è chiamata per un breve periodo in Tanzania per seguire la contabilità delle costruzioni che i volontari trentini stavano realizzando. In Tanzania rimarrà per 5 anni. Tornata in Burundi venne barbaramente uccisa il 30 settembre 1995, con i due sacerdoti, padre Ottorino Maule e Aldo Marchiol, perché scomodi testimoni di massacri contro la popolazione inerme nella guerra tra le due etnie dominanti: tutsi ed hutu.
I corpi sono stati ritrovati all’interno della missione di Buyengero, nel sud del paese. Le salme di Catina e dei due sacerdoti riposano in Africa come era loro desiderio.

Fonte:
Radio Primiero