Auguri da Don Giuseppe Da Pra

Natale 2020
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“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce”
Nella notte della terra è apparsa una luce dal Cielo e avvolge il mondo.

Buon Natale!

Questo augurio è oggi più che mai vivo e vero. Il nostro cuore ha bisogno di essere raggiunto da
questa notizia che il Natale porta con sé.
Sono “giorni inediti” questi di Natale. Viviamo anche noi nell’oscurità ed i nostri passi sono faticosi, ma per ciascuno chiedo il dono di essere raggiunti dalla grazia del Signore. Il nostro Dio si fa bambino, assume tutta la povertà e la fragilità di ogni uomo, per donarci la gioia di sentirci amati.
In questi giorni ho allestito il presepe in canonica. Mi sono particolarmente commosso nel ritrovarmi fra le mani Gesù bambino, con tutta la tenerezza del suo viso. Ed è proprio questa tenerezza che si è fatta Parola, Pane spezzato, Perdono e Misericordia: è questo di cui abbiamo bisogno nelle nostre case. Qualcuno ci ha aperto nel Cielo una feritoia per poter scorgere quanto è necessaria la sua compagnia. Per fortuna Gesù sei arrivato!
In questi giorni di fatica, di paura e di dolore, Dio sfida le tenebre e viene ad abitare in mezzo a noi. Si, tra noi, proprio così. Tutto il suo amore si è rivelato in Gesù. In Lui, l’Altissimo si è fatto piccolo, per essere amato da noi; in Lui, Dio si è fatto Bambino, per lasciarsi abbracciare da noi.
Egli viene ad abitare nelle nostre case facendo intravvedere il suo volto nei nostri ammalati, nei nostri anziani ed in modo particolare in chi si trova nelle nostre case di riposo e negli ospedali. Viene ad abitare in mezzo a noi ed il suo volto è quello di chi è in difficoltà, per la mancanza di lavoro o di serenità.
Viene ad abitare nelle famiglie che, in questo lungo periodo della pandemia, hanno perso i loro cari, accompagnati da un dolore forte ed unico, per non averli potuto accompagnare nell’ultimo tratto della loro vita terrena.
Viene ad abitare con noi, l’Emmanuele, il Dio-con-noi. E lo sperimentiamo frequentando le lezioni di vita, di forza e di serenità che ci mostra il volto di tante persone che, pur colpite dalle avversità, dalla malattia e dalla morte, dal venir meno di legami familiari forti, mantengono coraggio e dignità, si
tengono lontano dall’odio e continuano a rimboccarsi le maniche per servire ed amare.
Viene ad abitare nel volto di chi nelle nostre case di riposo o all’ospedale non ha offerto solo cure mediche o assistenza, ma si è fatto fratello, sorella, figlio, amico, stringendo mani e infondendo coraggio, perché nessuno si senta solo.
In tutti questi volti troviamo il Bambino di Betlemme. E davanti a tanto dolore e sofferenza sentiamo l’urgenza di mettere in discussione le nostre priorità. Gesù non ha cambiato la storia con la prepotenza ed a forza di parole, ma col dono della sua stessa vita.
E, nelle notti dell’esistenza, continua a dire: «Non temete» (Lc 2,10).
Coraggio quindi, non perdiamo la fiducia e la speranza, non pensiamo che amare sia tempo perso! In Gesù l’amore ha vinto il timore, un desiderio nuovo è apparso, la luce gentile di Dio ha vinto le tenebre dell’arroganza umana.
Umanità: Dio ti ama e per te si è fatto uomo, per cui non sei più solo! Ed a ciascuno ripete: “Ti amo, ti amerò sempre, sei prezioso ai miei occhi”.
Accogliamo questo immenso dono che è Gesù, per diventare dono come ha fatto lui. Solo questo può dare un senso alla vita ed è sicuramente il modo migliore per cambiare il mondo:
noi cambiamo, la Chiesa cambia, la storia cambia quando cominciamo non a pretendere di cambiare gli altri, ma noi stessi, facendo della nostra vita un dono.
Posiamo lo sguardo sul Bambino e lasciamoci avvolgere dalla sua tenerezza. Non avremo più scuse per non lasciarci amare da Lui!
Buon Natale a tutte le nostre famiglie. Un augurio speciale ai nostri ragazzi. Ogni giorno scegliete Gesù come l’amico del cuore e con lui potete diventare campioni di bontà.
Buon Natale ai nostri giovani. Rilancio l’appello del nostro vescovo Lauro: “Mi rivolgo direttamente a ogni giovane che abbia voglia di mettersi in gioco, credente o non credente. Vi  chiedo ora di compiere “Passi di prossimità”. Non sono io a proporvelo. È quest’ora della Storia – per chi crede, il Vangelo
stesso – che reclama spazio alle vostre agende e vi chiede di dedicare del tempo a chi fa più fatica. Vi sono famiglie e persone che faticano a trovare risposta alle normali esigenze quotidiane e, in molti casi, si vedono scivolare nel baratro della povertà. Ci viene chiesto di alzare l’asticella solidale. E per
farlo sento che abbiamo urgente bisogno dell’apporto della creatività dei giovani. Cari giovani, i vostri “Passi di prossimità” non si misureranno sulla loro lunghezza.
Non servono eroismi. Può bastare anche una disponibilità limitata, ma ogni minuto destinato alla gratuità sarà un tesoro prezioso”.
Buon Natale ai ragazzi dell’Anffas, del Laboratorio sociale, della Comunità Alloggio, alla famiglia del Piccolo Principe.
L’augurio di buon Natale raggiunga le varie parti del mondo in particolare dove vivono ed operano i nostri missionari. La grazia del santo Natale porti a tutti consolazione, forza e speranza.

Il parroco don Giuseppe
con don Bepi, don Carlo, don Gianpiero,
don Silvio, il diacono Alessandro,
i Salesiani e le Monache Cappuccine
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Foto archivio APT – Aldo Miele