Tu ci hai dato la gioia di costruirti fra le nostre case una dimora, dove continui a colmare di favori la tua famiglia pellegrina sulla terra e ci offri il segno e lo strumento della nostra unione con te (Dal rito della dedicazione della chiesa e dell’altare).
Questa chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta è sempre stata il centro della valle, quale ” Pieve “.
Fu eretta alla fine dei 1400, su disegno di un architetto di cui non si conosce il nome e fu consacrata 1’8 settembre del 1495 dal Vescovo di Feltre Andrea Trevisan.
Recenti scavi (1995-96) portarono alla sorprendente scoperta di altre chiese antecedenti all’attuale, di cui la prima una grande basilicapaleocristiana, risalente al V°-VI° secolo, ad aula unica, lunga quasi 30 metri, dotata di un’abside semicircolare e di due transetti laterali che ne caratterizzavano la forma a croce (nella foto antico battesimale).
L’attuale chiesa, in stile gotico, è stata costruita da operai, detti Canopi, alle dipendenze dei Conti Welsperg, in gran parte lavoratori nelle miniere della zona che lasciarono contrassegni su stipiti, archi delle porte, finestre e in particolare sulle colonne. Con la chiesetta di S. Martino, che le sorge accanto e che secondo gli ultimi ritrovamenti si erge su un preesistente luogo di culto pagano, anteriore a Cristo con la vecchia canonica, il Palazzo delle Miniere ed altre costruzioni forma il centro storico di Primiero.
Osserviamo l’esterno della chiesa
La facciata è chiusa da un’unica copertura, non ha alcun ornamento e la sua uniformità è interrotta da 4 cordoni, da un caratteristico rosone e da un oculo; il portale è di linea gotica, con modanature che si intrecciano in alto; sulla parete sud vediamo una meridiana, opera di Enrico Koch (1890); un imponente S. Cristoforo, pittura ormai scomparsa; in fondo la sagrestia e il campanile. Esso faceva parte della preesistente chiesa romanica e ne conserva il ricordo nelle bifore ancora rintracciabili.
Entriamo ad osservare l’interno della chiesa
Il corpo della chiesa è un grande salone, diviso in tre navate da sei colonne di pietra. Queste si innalzano da una stretta base e raggiungono il soffitto realizzato in tufo, sul quale danno vita ad armoniosi costoloni che compongono eleganti vele romboidali;
S. Anna Sulla seconda colonna di sinistra L’affresco sulla colonna rappresentante Sant’Anna con Gesù Bambino in braccio mentre tende le mani verso la Madonna. Ai lati angeli musicanti. Sotto un preghiera alla ergine scritta in tedesco gotico. L’affresco risale al 1501, anno in cui Alessandro VI concesse un’indulgenza.
Una volta smontato l’altare dell’Assunta, che prima dei lavori di restauro era addossato alla parete nord, chiudendo la relativa porta, è apparsa la maestosa raffigurazione dell’ “Hortus conclusus” (il giardino chiuso del Cantico dei Cantici 4,12) di cui non si aveva alcuna menzione.
Hortus mini
Il dipinto, di cui è ignoto l’autore, è uno spazio in cui sono racchiuse le metafore della verginità di Maria, posta in un giardino recintato da un muro a sei lati. E’ una composizione tipica del contesto tedesco e fu sottratta alla pietà popolare dopo il Concilio di Trento ( 1545-1563), per la presenza di elementi legati alla mitologia greca.
Gli altari
In origine la chiesa aveva tre soli altari in corrispondenza delle tre navate, poi se ne aggiunsero altri. Gli attuali sono stati realizzati progressivamente lungo il ‘600.
A sinistra entrando si possono ammirare i seguenti:
Altare di S.Agostino e S.Monica
La pala, opera del pittore tedesco Christophorus Mayspanus (morto nel 1671) rappresenta la Vergine coronata sopra le nubi, attorniata dagli angeli, con il Bambino in braccio che offre a S. Monica e a S. Agostino il cingolo (ricorda la Confraternita della cintura, eretta nel 1666).
s. caterina
Altare di S. Caterina
(oggi vi si trova la Madonna del Rosario)
Manca la tela del 1622 raffigurante la Santa. Sul frontone, in ginocchio le due figure dell’Annunciazione, Maria SS. e l’Arcangelo Gabriele. Ai lati, due colonne portanti le immagini di due vescovi. Nella parte superiore troneggia Dio Padre.
Sulla parete destra della chiesa sono posti questi altari:
Altare di S. Giacomo dei minatori (dove ora c’è S. Giuseppe)
Dell’antico altare dei minatori, si conserva soltanto la parte più propriamente scultorea, poiché l’intelaiatura dell’altare a battenti fu distrutta nel 1633, per far posto all’esistente altare barocco. Questi è dotato di sei colonne che sostengono l’architrave, dove figurano delle statue a tutto tondo o a rilievo. Al centro spicca l’immagine di Maria e sotto il busto di Cristo tra i SS. Pietro, Giovanni ed altri apostoli; sul declivio S. Francesco e S. Chiara con il ciborio. Negli specchi a rilievo S. Cristoforo e S. Rocco, S. Sebastiano e S. Antonio Abate. Sotto, nelle piccole nicchie, a sinistra S. Giuliana e S. Rocco, a destra S. Barbara e S. Anna.
assunta
Altare dell’Assunta (1670)
È strutturato in due parti e riporta due pale: sotto, quella della Madonna Assunta in cielo (a cui è pure dedicata la chiesa) e sopra, la pala dell’Incoronazione di Maria.
rosario
Altare del Rosario (1640)
E’ il più armonico, al centro si può ammirare una buona pala raffigurante la Madonna circondata da angeli tra S. Domenico e S. Caterina da Siena. Nelle intercolonne spiccano dei medaglioni raffiguranti i 15 misteri del rosario. Nella spaccatura del frontone è raffigurato l’arcangelo S. Michele con la bilancia.
La cantoria
È un altro capolavoro della chiesa. I cinque specchi racchiudono pitture su legno, raffiguranti l’adorazione dei Magi, la fuga in Egitto, l’adorazione dei pastori, la strage degli innocenti e la visita a S. Elisabetta. Nel soffitto, al centro l’Assunta e ai lati due tondi con S. Vittore e S. Corona, protettori di Feltre (Primiero infatti faceva parte di quella diocesi fino al 1786, passando poi sotto quella di Trento). Nella cantoria si trova un organo a trasmissione pneumatica della Ditta Vegezzi-Bossi, costruito nel 1900 su interessamento del Maestro Giuseppe Terrabugio, di Fiera di Primiero, compositore apprezzato di musica sacra.
Il pulpito
Sopra lo zoccolo poggia un gruppo di tre figure erette, opera dello scultore Giovanni Bartù di Madia, che sostengono con le braccia il pulpito. Da notare le tre scene pittoriche: Gesù con i fanciulli, la disputa nel tempio e S. Giovanni che predica nel deserto. L’opera è di don Martino Gabrielli di Moena ed è datata 1706.
Il presbiterio
Dà subito nell’occhio il colore giallo-oro delle nervature, caratteristica con cui, nel 1500, si voleva evidenziare l’abside, rispetto alle navate, quale parte più sacra della chiesa. Sul lato nord il magnifico ciborio, tabernacolo parietale nato con la chiesa., costruito su due gradini semicircolari. La custodia eucaristica poggiante su dei rameggi gotici è sormontata da guglie leggere, da pinnacoli, archi, trafori e motivi floreali.
Il trittico
È ritornato dopo 70 anni di assenza: era conservato infatti nel Castello del Buon Consiglio di Trento per interessamento del Servizio dei Beni Culturali della Provincia , che ne aveva curato il restauro. E’ un autentico capolavoro, commissionato al maestro Narciso da Bolzano, poco dopo il 1485. Lo scrigno con le due portelle, quali ali fisse (Flueghelaltar), è diviso in tre fasce verticali e riporta al centro la Vergine Maria nell’atto di essere incoronata Regina del cielo e della terra dal Padre e dal Figlio. Il tutto è sormontato da un ricco baldacchino intagliato e sporgente. Ai lati riporta le scene dell’Annunciazione della Vergine a Nazareth, la visita alla cugina Elisabetta, la nascita di Cristo a Betlemme e la sua circoncisione nel tempio di Gerusalemme. Sulle portelle , due santi guerrieri in alto e sotto altre due figure, asportate in epoca imprecisata. Sostiene lo scrigno una predella moderna e neutra, con figure di profeti dell’ Antico Testamento.
Le finestre
Sono in stile gotico, con bellissimi trafori. Le tre dell’abside sono istoriate e uscirono dalla fabbrica Grasmair di Innsbruck (fine 800). Quella centrale raffigura l’Assunzione; quella di destra riporta i genitori di Maria, i Santi Gioacchino ed Anna; quella di sinistra S. Giuseppe con il Bambino Gesù e S. Silvestro, patrono della valle. In fondo alla chiesa campeggia il magnifico rosone, con l’elegante disegno dei cardi stilizzati.
Il grande affresco
Fu fatto realizzare dal governatore del Primiero Giangiacomo Römer (1545 -1560) in memoria dei suoi figli morti. E’ una composizione divisa in tre parti: in basso, spiccano il capitano Römer da una parte e la moglie contessa Brandis dall’altra con i figli di cui tre segnati con una crocetta sopra il capo per indicarne la morte. A salire, sei insegne nobiliari sulla prima fila e quattro sulla seconda (tra cui l’aquila degli Asburgo e due stemmi dei conti Welsperg). In alto, il sepolcro vuoto su cui siede un angelo sovrastato da Cristo risorto. Ai lati il Castel Pietra e l’ immagine di questa chiesa.
Sotto l’affresco è caratteristica la porta della sacrestia in ferro battuto. A destra: il “Banco nobiliare” del ‘500, elegantemente lavorato, con quattro stalli leggermente intagliati con varietà di disegni. Porta gli stemmi dei Römer, Someda e Gilli ed era riservato agli “Illustrissimi Dinasti e Ministri arciducali “.
Il Crocifisso
Recentemente era issato in una nicchia sul lato nord, in occasione dei restauri della chiesa è stato ricollocato nel mezzo dell’arco santo come era in passato, secondo una nota conservata in archivio. Lo studioso Rasmo ravvisa l’artista in Hans Klockier da Bressanone, di fine 1400. E’ un autentico capolavoro di arte e di tecnica, infatti ” la sensibilissima tessitura epidermica, con le vene azzurrine lievemente rilevate sulla braccia e sulle gambe, con i tratti sottilissimi che incidono le rughe d’espressione sul volto nobile, con la struttura ossea del torace e delle gambe perfettamente padroneggiata e descritta, ne fanno un eloquente contro altare alle cariche asprezze del Crocifisso scolpito da Sisto Frei, per il duomo di Trento” (Imago lignea).
La Via Crucis
Le 14 stazioni che fanno corona intorno alla chiesa sono dello stimato pittore Diodato Massimo (1846 – 1924), eseguite nel 1883 danno un eloquente saggio della sua potenza di sentimento congiunta a somma verità d’espressione.
Si ringraziano tutte le persone che hanno permesso la realizzazione
di questo strumento per un primo approccio alla storia della nostra fede.
CHIESA ARCIPRETALE “SANTA MARIA ASSUNTA”
della Pieve a FIERA DI PRIMIERO