Giornata per la custodia del Creato

Ph Tonina

GIORNATA PER LA CUSTODIA DEL CREATO
Giovedì 1 settembre 2022
Chiesetta di san Valentino ai Dismoni ore 18.00 Santa Messa

GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CURA DEL CREATO (1° settembre 2022)
Il Papa: rispondiamo coi fatti al “grido amaro” della Terra. 
In occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, che si celebra il 1° settembre, riportiamo parti di un articolo apparso su Vatican News (21.7.22) a firma di Gabriella Ceraso.
La Madre Terra grida, gridano le creature viventi, i poveri, i popoli nativi e i nostri figli guardando al futuro: il degrado e lo sfruttamento ambientale sono una “sfida” cui occorre rispondere. Serve una conversione ecologica
individuale e comunitaria: chi può, agisca. È una disamina attenta e insieme un appello accorato alla comunità internazionale quello racchiuso
nel Messaggio del Papa per il 1°settembre, Giornata Mondiale di Preghiera
per la Cura del Creato. Questa Giornata apre il “Tempo del Creato”, che prosegue fino alla festa di San Francesco, il 4 ottobre: “Un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra
casa comune”. In particolare quest’anno il Papa per il Tempo del Creato chiede preghiere in vista di due importanti vertici sui temi clima e biodiversità, affinché si agisca con “decisione”. Tema del “Tempo del Creato” – che ispira il Messaggio del Papa – è “Ascolta la voce del Creato”. Questa voce, afferma Francesco, è “una sorta di dissonanza”: “Da
un lato un dolce canto” di lode al Signore e Creatore che ci ha voluti in comunione nella “grande cattedrale del creato”; dall’altro, è un “grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani”, un grido anzi un
“coro di grida amare”. Esse – spiega il Pontefice – sono della “madre sorella Terra che “implora di fermare i nostri abusi e la distruzione”, delle creature che la abitano e che si stanno estinguendo; è il grido dei poveri che
soffrono più di tutti della crisi climatica. È anche il grido di “fratelli e sorelle di popoli nativi” oggetto di “predatori” che li hanno invasi e devastati. Infine è il grido dei nostri figli, minacciati da un “miope egoismo”, che “chiedono ansiosi a noi adulti” di fare il possibile per “prevenire o almeno limitare il collasso degli ecosistemi”.
Ascoltando queste grida amare – scrive il Papa – “dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi”. “È necessario agire, tutti, con decisione”. “Stiamo raggiungendo un ‘punto di rottura’.
Ricordando poi l’esortazione di San Paolo, Francesco afferma “piangiamo con il grido amaro del creato, ascoltiamolo e rispondiamo con i fatti perché noi e le generazioni future possiamo ancora gioire con il dolce canto di vita e di speranza delle creature”.

 

“Quante sono le tue opere, Signore” (Sal. 104, 24)
GIORNATA PER LA CUSTODIA CEL CREATO 2019

Coltivare la biodiversità Imparare a guardare alla biodiversità, per prendercene cura: è uno dei richiami dell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco.
Uno sguardo contemplativo. Al centro della sezione della Laudato Si’ dedicata alla biodiversità (nn. 32-42) c’è uno sguardo contemplativo rivolto ad alcune aree chiave del pianeta – dal bacino del Congo, alle barriere coralline, fino alla foresta dell’Amazzonia – sedi di una vita lussureggiante e differenziata,  Componente fondamentale dell’ecosistema terrestre.
“Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature” (Sal. 104, 24).
Uno sguardo preoccupato Nell’enciclica Laudato Si’, però, l’invito alla contemplazione della bellezza si salda con la percezione della minaccia che grava sulla biodiversità, a causa di attività e forme di sviluppo che non ne riconoscono il valore: “per causa nostra migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza, né potranno comunicarci il loro messaggio. Non ne abbiamo il diritto” (n.33).
Che fare allora? La stessa Laudato Si’ ricorda che “siamo chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre, perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace bellezza e pienezza” (n.53): siamo chiamati, dunque, a convertirci, facendoci custodi della terra e della biodiversità che la abita.

  • Sarà necessario utilizzare nuove tecnologie orientate a valorizzare, per quanto possibile, il biologico.
  • Si tratterà, ancora, di opporsi a tante pratiche che degradano e distruggono la biodiversità: deforestazione, le monocolture, il consumo di suolo o all’inquinamento che lo avvelena.
  • Ha pure un grande valore il patrimonio forestale, di cui l’uragano Vaia ha mostrato la fragilità. Occorre conoscere il patrimonio dei nostri territori, riconoscerne il valore, promuoverne la custodia.