Chiesa di San Gottardo loc. Passo Gobbera

Nell’archivio interparrocchiale del Vanoi, riguardante la chiesa di san Gottardo, ci sono due grossi fascicoli contenenti carteggi vari e rendicontazioni che riportano le spese della fabbriceria dalla costruzione della sacrestia e del campanile in poi. Da questi documenti abbiamo preso le notizie seguenti.

La prima cappella è stata costruita per volontà di Basilio fu Nicolò Gobber nel 1682 tutto a proprie spese. (Documento di fondazione 27 – 09 – 1682 sotto la giurisdizione di Primiero e Castel Pietra) . Tale cappella dedicata a San Rocco (16 agosto), San Gottardo (5 maggio) e alla Madonna di Loreto (10 ottobre), è stata completamente demolita per far posto a quella attuale nel 1892.

La chiesa attuale presenta una lapide sulla parete ovest che ricorda la prima fondazione.
Nel 1758 il vescovo di Feltre mons. Andrea Menucci visita la cappella della Gobbera.
La demolizione avviene nel 1889.

Le poche notizie riguardanti la prima cappella del 1682 lasciano intuire che era di pregevole fattura.
In data 15 ottobre 1919 il parroco di Canal san Bovo nel rispondere al decano riguardo agli affreschi della chiesa di san Gottardo risponde: «La cappella antica era tutta adornata di affreschi artistici e storici, ma purtroppo per malvolere di alcuni contadini di Gobbera e per la debolezza dell’autorità ecclesiastica dovettero essere sacrificati alla cocciutaggine ignorante di pochi villici di Gobbera. »

Inoltre il coro in legno attuale ha delle aggiunte di pregevole fattura con accorgimenti visuali (……) che non si addicono alla troppo semplice costruzione del 1892.
Appartenente alla prima cappella è sicuramente anche la  ancona posta sul fondo dell’abiside rappresentante san Gottardo.
La via crucis non poteva appartenere alla cappella precedente perché le dimensioni della stessa sono troppo grandi per entrare in un cappellina che non doveva superare i 15 m2. Anche la via crucis comunque è molto ben fatta e si trova in archivio il pagamento del restauro delle cornici nel 1925 ad opera di Gobber Ermenegildo (con anche lavoro di intaglio: quietanza del 9/2/1925). La “coloritura” delle stesse cornici è opera nel febbraio dello stesso anno di Loss Vincenzo. La figlia Teresa conferma questo fatto.

Altro elemento appartenente alla cappella del 1682 potrebbe essere la parte centrale dell’altare: il tabernacolo e il ciborio superiore in marmo. Dalle rendicontazioni della Gobbera non risulta acquisto di altari, mentre sono menzionati gli acquisti di statue, candelieri e perfinole spese per l’olio della lampade del SS sacramento.

La nuova chiesa è costruita grazie all’interessamento di Giacomo Gobber.
Viene costruita sopra la vecchia ed il comune dona l’ulteriore terreno necessario per l’ampliamento. Per la costruzione della nuova chiesa il comune dona 250 piante di pino e larice e il parroco di Canal san Bovo permette una questua di casa in casa nel 1893.
Per ultimare la chiesa con la sacrestia ed il campanile vengono donati 100 fiorini dalla luogotenenza di Innsbruck.

Non si trova un vero e proprio contratto o conteggi riguardanti la costruzione della chiesa ma solo un foglio senza firme né date che in cui l’autore si impegna a costruire la chiesa con queste richieste:
– compenso di 1000 fiorini
– il legname del tetto sia fornito dal comune in bosco e che i frazionisti lo portino fino alla chiesa
– il materiale necessario alla costruzione sia portato dagli abitanti della frazione
– il luogo sia scelto dal comune

La nuova chiesa è benedetta dal parroco di Canal san Bovo con il permesso del vicario generale Felice Endrici. Originariamente la chiesa era dotata di balastrue con balaustre e piastrini pagati nel 1894.

Per le campane si fanno due progetti. Quello approvato sarà di due campane concertanti: un re naturale di 150 kg con un diametro di 68cm, l’altra un fa diesis di kg 84 con diametro di 53 cm. Le campane saranno fuse il 12 – 02 – 1895 dalla ditta Chiappino Bartolomeo. La campana maggiore viene rifusa causa una crepa nel 1949 dalla ditta Mario Colbacchini di Trento mantenendo la tonalità  di re naturale.
Il passo della Gobbera è lontano dalla Chiesa parrocchiale e le strade non sono agevoli, perciò nel 1913 il parroco don Pellegrini chiede l’autorizzazione affinché l’ordinario renda valida la visita a quella chiesa per lucrare l’indulgenza. Riceve risposta negativa.

Dai documenti si comprende come di estrema importanza era il ruolo del sacrestano a tal punto che necessitava l’approvazione della frabriceria, del parroco e del decano.
Il pavimento è piastrellato con piastrelle in cemento provenienti dall’Italia in quantità di 30 m3. L’autorità austriaca permette l’esenzione dal dazio.
Il tetto originale era in lamiera proveniente dalla ditta C.G. Neffen di Graz.
Dal rendiconto 1903- 1908 si evince che nel 1903 la chiesa di Primiero dona un confessionale (attualmente posto in fondo alla chiesa) e un battistero.
Fabbriciere risulta essere dopo il 1900 Basilio Gobber.
Nel 1905 ca. vengono fatte due nuove statue rappresentanti sant Antonio e la Madonna.
Sempre negli stessi anni vengono comprate dall’Italia pagandone il dazio dovuto, 4 lampadari da 50 corone cadauno.
La cappella ha il permesso per l’esposizione del ss Sacramento e per questo vengono acquistati tronetto per l’esposizione, e due candelieri a bracciali.
Nel 1909 c’è l’ordine ad un falegname del luogo di fabbricare un piccolo pulpito con scala, l’armadio della sacrestia, le panche della chiesa e il coro. Nella chiesa c’è anche una cassetta per l’obolo di san Pietro.
Si menzionano 2 altari laterali e vengono fatte 2 nicchie nel 1906. Loss Teresa conferma come i due altari laterali siano stati smantellati dal parroco di Canal san Bovo don Flavio Maurina spinto da un supposto adeguamento liturgico in seguito al Concilio Vaticano II.
Il cassettone di pino per la sacrestia è del 1929.
Nel 1930 la curia autorizza la chiesa di Gobbera ad acquistare un terreno da adibire ad uso cimiteriale.
Le vetrate color giallino sono del 1950 acquistate dalla ditta arte Parisi di Trento.
Nel 1965 si spendono lire 460.000 per il riscaldamento.
La cura d’anime della frazione della Gobbera era  a carico del parroco di Canal san Bovo che aveva uno e a volte anche due coadiutori. Nel venir meno il secondo coadiutore il parroco chiede all’ordinario di Trento di mandare un sacerdote stabile alla Gobbera.
Nel 1905 la comunità di Gobbera chiama il sacerdote a riposo don Andrea Jagher, che però non accetterà l’incarico. Al suo posto nello stesso anno arriverà un sacerdote della diocesi di Feltre Belluno, don Carlo Perelli con diritto di predicazione e di amministrare i sacramenti. Rimarrà al servizio della comunità fino alla sua morte.

Il 15 -11 – 1914 inizia il suo servizio pastorale don Giovanni Battista Boso di Caoria, sacerdote missionario. Curioso è il “contratto”:
–    400 corone dal comune. Questa era la cifra che normalmente il comune versava al secondo coadiutore di Canal san Bovo che non c’era più.
–    200 corone per la scuola
–    8 passi (1 pass era quasi 1,5 m3) di legna tagliata sul piazzale fornita dagli abitanti della frazione
–    Uso della canonica e dell’orto adiacente
–    Permesso della questua del lino a santa Caterina
–    Questa delle uova
–    Questa del burro a pasqua
–    Per battesimi Cor. 0.30
–    Per accompagnare un defunto fino a Canal san Bovo Cor 2 (meno se era un bambino)
–    La quota per la messa secondo la tariffa diocesana

Il contratto è accettato dai capi famiglia: seguono 39 firme

Nel 1935 don Boso per malattia e probabilmente vecchiaia non celebra più l’eucaristia nella chiesa.
In una lettera tra il parroco di Canal san Bovo e il vicario generale si chiedono informazioni sugli avventisti nella frazione di Zortea.

Altro sacerdote stabile fu don Antonio Bond con entrata il 30 – 11- 1949.
Gia dal 1956 non c’è più sacerdote stabile alla Gobbera infatti il vescovo affinché il parroco possa celebrare l’eucaristia domenicale nella frazione gli concede il permesso di binare e trinare.
INTERESSANTE
Dietro l’armadio di sacrestia c’è questa scritta a matita:
18 giugno 1923
Stamattina nevico dalle 5 alle 8. Alle 8 era tutto bianco di neve finoGhiaie lungo il Vanoi in Canale
I paesani andarono a prendere le mucche In montagna.

20 giugno 1923
Le segature sulle Vederne sono ancora tutte bianche di neve. (segature sono le piante tagliate e portate a valle).