Santa Romina sul Monte Bedolè

L’accesso ai ruderi della chiesetta è uno dei più impegnativi, perchè richiede più di due ore di cammino, se si parte dal paese di Mezzano. Raggiunta la panoramica area prativa di Camp -vi si arriva anche in auto- si sale seguendo la segnaletica per una ripida strada forestale, si stacca poi per un sentiero fino a raggiungere il lungo terrazzo alberato, all’estremità del quale sorge ciò che rimane della chiesetta (1650 m.).

E’ possibile risalire fino al raccordo con il segnavia C.A.I. 356, che conduce in venti minuti ad una panoramica postazione bellica a 1750 m di quota e poco dopo fino in cima al Monte Bedolè.

La semplice struttura dell’ edificio testimonia l’antichità di questo luogo di culto: restano i basamenti delle mura perimetrali e l’altare quadrato in pietra. Si tratta della chiesetta più lontana dai paesi e soffrì sempre dei problemi legati alla difficoltà di manutenzione: già nel 1515 il vescovo di Feltre vietò celebrazioni lituirgiche, perchè il piccolo tempio versava in precarie condizioni. Ci furono però le riparazioni del caso e sono attestate due processioni all’anno con messa solenne e successiva colazione, che si celebrarono fino al 1782, quando scattò un definitivo divieto vescovile di continuare a tenere riti sacri in un luogo divenuto fatiscente. Al degrado definitivo la comunità di Mezzano cercò di porre rimedio nel 1873, con una pubblica sottoscrizione di offerte per la sistemazione della chiesa. Le risposte furono scarse e così l’abbandono fu definitivo: gli arredi sacri esistenti furono trasferiti altrove e per la chiesa proseguì il degrado. Pochi anni or sono gli alpini hanno ripulito l’area dei ruderi e collocato una lapide.
Le ragioni che spinsero i valligiani alla costruzione di questa chiesetta furono molteplici: la sella erbosa su cui sorse l’edificio era uno snodo di sentieri che da Primiero raggiungevano la valle del Lòzen, dove la comunità di Mezzano possiede pascoli e malghe ed i contadini si servivano della chiesetta durante i lunghi mesi di permanenza in quota. Mutata profondamente l’economia e cambiate le vie di transito, la chiesetta si trovò tagliata fuori dall’attenzione cultuale dei valligiani, i quali, pur tramandandone il ricordo (questa chiesa è uno dei vertici della crosèra ricordata a San Silvestro), si scordarono di assicurarne il necessario mantenimento.

PDF Chiese sui monti di Primiero