Ci hanno lasciato

Festa patronale di San Martino

Foto di Stefania Giatti.


Domenica 10 novembre ore 10.30 Santa Messa
della comunità presso la chiesa parrocchiale.

Segue la Sagra de San Martin organizzata dai nostri volontari.

San Martino di Tours Vescovo

Festa: 11 novembre – Memoria

Sabaria (ora Szombathely), Ungheria, 316-317 – Candes, Indre-et-Loire, Francia, 8 novembre 397

 

Nasce in Pannonia (oggi in Ungheria) a Sabaria da pagani. Viene istruito sulla dottrina cristiana ma non viene battezzato. Figlio di un ufficiale dell’esercito romano, si arruola a sua volta, giovanissimo, nella cavalleria imperiale, prestando poi servizio in Gallia. È in quest’epoca che si colloca l’episodio famosissimo di Martino a cavallo, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere un mendicante dal freddo. Lasciato l’esercito nel 356, già battezzato forse ad Amiens, raggiunge a Poitiers il vescovo Ilario che lo ordina esorcista (un passo verso il sacerdozio). Dopo alcuni viaggi Martino torna in Gallia, dove viene ordinato prete da Ilario. Nel 361 fonda a Ligugé una comunità di asceti, che è considerata il primo monastero databile in Europa. Nel 371 viene eletto vescovo di Tours. Per qualche tempo, tuttavia, risiede nell’altro monastero da lui fondato a quattro chilometri dalla città, e chiamato Marmoutier. Si impegna a fondo per la cristianizzazione delle campagne. Muore a Candes nel 397.

Patronato: Mendicanti

Etimologia: Martino = dedicato a Marte

Emblema: Bastone pastorale, Globo di fuoco, Mantello

Martirologio Romano: Memoria di san Martino, vescovo, nel giorno della sua deposizione: nato da genitori pagani in Pannonia, nel territorio dell’odierna Ungheria, e chiamato al servizio militare in Francia, quando era ancora catecumeno coprì con il suo mantello Cristo stesso celato nelle sembianze di un povero. Ricevuto il battesimo, lasciò le armi e condusse presso Ligugé vita monastica in un cenobio da lui stesso fondato, sotto la guida di sant’Ilario di Poitiers. Ordinato infine sacerdote ed eletto vescovo di Tours, manifestò in sé il modello del buon pastore, fondando altri monasteri e parrocchie nei villaggi, istruendo e riconciliando il clero ed evangelizzando i contadini, finché a Candes fece ritorno al Signore.

Fonte: Sito Santi e Beati

Martino è un soldato romano, patrono della Francia e dei soldati. Nasce in Ungheria nel 316, ma viene allevato a Pavia, in Italia. Il suo temperamento è umile e generoso e quando può aiuta il prossimo. Fin da bambino si reca in chiesa, di nascosto dai suoi genitori pagani, e ascolta la storia della vita di Gesù. Il padre, un comandante della cavalleria romana che chiama il figlio Martino in onore al dio della guerra Marte, lo arruola nella guardia imperiale per farne un soldato. Martino ha solo quindici anni e non vorrebbe pensare alle armi, ma ubbidisce all’autorità paterna e si trasferisce in Francia.
Martino diventa uomo. Un giorno d’inverno nevica. Il giovane soldato, in sella al suo cavallo, è nei pressi della città di Amiens, quando incontra un vecchio vestito di stracci, rannicchiato su se stesso, intirizzito. Sta morendo di freddo. Martino è di buon cuore e, impietosito, non esita un attimo. Si ferma, prende la sua spada e, con un taglio netto, divide a metà il suo prezioso, caldo mantello rosso porgendone una parte al povero sfortunato. Si narra che all’istante sia uscito un sole che scaldava come se fosse estate. Da qui nasce il detto “estate di San Martino”. La stessa notte Martino sogna Gesù sorridente con indosso la metà del suo mantello e al suo risveglio si racconta che il mantello sia tornato integro.
Il soldato si fa battezzare e abbandona la carriera militare per servire Dio, combattendo nel suo esercito di “soldati di Cristo”. Diventa monaco e nel 360 fa erigere il primo monastero d’Europa, a Ligugè, dove conduce una vita di preghiera. Nel 372 viene proclamato vescovo di Tours. Viaggia a piedi o a dorso di un asino, in visita ai villaggi di campagna dove parla di Gesù e aiuta poveri e indifesi. Martino comunica con animali e piante, compie guarigioni miracolose e converte al Cristianesimo, cambiando il cuore indurito delle persone. Muore nel 397 a 82 anni, a Tours, dove viene sepolto, meta di numerosi pellegrini a lui devoti. San Martino è popolarissimo in Francia dove quattromila chiese gli sono dedicate. Sostiene poveri, mendicanti, militari, soldati, albergatori, vendemmiatori e viticoltori. Protegge i cavalli e le oche e viene invocato contro l’alcolismo, il pericolo di sbornie e la dissenteria.

Autore: Mariella Lentini


 

Quattromila chiese dedicate a lui in Francia, e il suo nome dato a migliaia di paesi e villaggi; come anche in Italia, in altre parti d’Europa e nelle Americhe: Martino il supernazionale. Nasce in Pannonia (che si chiamerà poi Ungheria) da famiglia pagana, e viene istruito sulla dottrina cristiana quando è ancora ragazzo, senza però il battesimo. Figlio di un ufficiale dell’esercito romano, si arruola a sua volta, giovanissimo, nella cavalleria imperiale, prestando poi servizio in Gallia. E’ in quest’epoca che può collocarsi l’episodio famosissimo di Martino a cavallo, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere un mendicante dal freddo.
Lasciato l’esercito nel 356, raggiunge a Poitiers il dotto e combattivo vescovo Ilario: si sono conosciuti alcuni anni prima. Martino ha già ricevuto il battesimo (probabilmente ad Amiens) e Ilario lo ordina esorcista: un passo sulla via del sacerdozio. Per la sua posizione di prima fila nella lotta all’arianesimo, che aveva il sostegno della Corte, il vescovo Ilario viene esiliato in Frigia (Asia Minore); e quanto a Martino si fatica a seguirne la mobilità e l’attivismo, anche perché non tutte le notizie sono ben certe.
Fa probabilmente un viaggio in Pannonia, e verso il 356 passa anche per Milano. Più tardi lo troviamo in solitudine alla Gallinaria, un isolotto roccioso davanti ad Albenga, già rifugio di cristiani al tempo delle persecuzioni. Di qui Martino torna poi in Gallia, dove riceve il sacerdozio dal vescovo Ilario, rimpatriato nel 360 dal suo esilio. Un anno dopo fonda a Ligugé (a dodici chilometri da Poitiers) una comunità di asceti, che è considerata il primo monastero databile in Europa.
Nel 371 viene eletto vescovo di Tours. Per qualche tempo, tuttavia, risiede nell’altro monastero da lui fondato a quattro chilometri dalla città, e chiamato Marmoutier. Di qui intraprende la sua missione, ultraventennale azione per cristianizzare le campagne: per esse Cristo è ancora “il Dio che si adora nelle città”. Non ha la cultura di Ilario, e un po’ rimane il soldato sbrigativo che era, come quando abbatte edifici e simboli dei culti pagani, ispirando più risentimenti che adesioni. Ma l’evangelizzazione riesce perché l’impetuoso vescovo si fa protettore dei poveri contro lo spietato fisco romano, promuove la giustizia tra deboli e potenti. Con lui le plebi rurali rialzano la testa. Sapere che c’è lui fa coraggio. Questo spiega l’enorme popolarità in vita e la crescente venerazione successiva.
Quando muore a Candes, verso la mezzanotte di una domenica, si disputano il corpo gli abitanti di Poitiers e quelli di Tours. Questi ultimi, di notte, lo portano poi nella loro città per via d’acqua, lungo i fiumi Vienne e Loire. La sua festa si celebrerà nell’anniversario della sepoltura, e la cittadina di Candes si chiamerà Candes-Saint-Martin.


Autore: 
Domenico Agasso

Fonte:
Famiglia Cristiana

 

Adorazione eucaristica

A partire dal 6 novembre 2024 – ADORAZIONE EUCARISTICA

TUTTI I MERCOLEDI’ nella chiesetta della   MADONNA dell’AIUTO

Santa Messa alle ore 8.00, esposizione del Santissimo Sacramento – preghiera delle Lodi, segue Adorazione fino alle ore 12

 

Rischio una riflessione…

In tempi difficili si nota un aumentare, in modo esponenziale, dell’uso delle parole.
Certo, qualcuno dirà: “È il modo immediato che abbiamo per comunicare”. Eppure la vita ci insegna che gli estremi dell’esistenza umana (nascita e morte) non hanno parole. E, se proprio ci sono, comunque rimangono poche e spesso giudicate banali.
In un neonato è il pianto la sua prima forma immediata per attirare l’attenzione della mamma; poi arrivano i primi suoni; solo dopo raccoglie parole dal mondo adulto e le rimette in circolo sotto forma di simpatici strafalcioni… Con un malato terminale o una persona anziana chi è vicino si accontenta di un gesto del capo, di un batter di ciglia, di una mano debole che tenta la stretta. Parole: pochissime! In fondo Gesù, morendo in croce, ha espresso per ultime due paroline banali (e inutili, visto l’esito) che potesse dire: “Ho sete!”. Eppure, quelle misteriose parole ancora ci interrogano:
Ma noi abbiamo sete di Dio?

Se allargo lo sguardo, o meglio, mi faccio attento con l’udito e la vista, in quanto oggi spesso le parole sono scritte (WhatsApp insegna!), colgo un proliferare di parole. Prendo per esempio, visto che per un po’ ne dobbiamo parlare, la guerra in Ucraina. Ho notato quanto le testate giornalistiche nazionali ed internazionali dedicano alla questione. Poi, per dare un minimo di normalità, inseriscono i così detti “Programmi di intrattenimento culturale”. Il risultato è che si passa dalle bombe alle ballerine senza batter ciglio. In entrambi i casi c’è un’esplosione di esperti che
parlano, parlano, parlano.

Se stiamo attenti noteremo Tv e i social essere lo specchio di quell’anima che è la nostra società, creata e alimentata da noi. In ogni dove trovi qualcuno che parla. Non importa ciò che dice, o scrive sulle varie piattaforme di comunicazione sociale, l’importante è che tutti possano esprimere il proprio punto di vista. Nei giorni bui della pandemia tutti, in pochi giorni, siamo diventati “esperti” di virus, protezioni, vaccini, ecc. Nel tempo presente, ferito dalla guerra, tutti sanno di armi, di eserciti, di atrocità, di diritto internazionale e, soprattutto, di economia.

Salvo poi vedersi recapitare la bolletta della luce e del riscaldamento raddoppiate o triplicate nei costi. In quel caso si passa dalle parole “esperte” di economia mondiale alla più casereccia bestemmia. Sigh!
Papa Francesco, che di parole se ne intende, in ogni situazione critica se usa le parole sono sempre per rafforzare i gesti. Nella pandemia è arrivato in una Piazza San Pietro vuota e l’ha attraversata da solo sotto la pioggia battente, il resto è stato solo un prolungamento a quel gesto. In questo periodo, segnato da morti e distruzioni, prima ha mandato il suo Elemosiniere a portare di persone ambulanze ai civili delle città bombardate, poi lo ha fatto scendere dentro una fossa comune e lì, nel silenzio, pregare.

Se ci sono parole, da parte del Papa, sono solo per rimarcare che in quei gesti ci sono i potenziali semi da cui può nascere e crescere l’albero della pace.

(Alessandro, fratello diacono).

 

Adorazione Eucaristica per la pace nel mondo

Santa Cecilia patrona della musica, dei musicisti, e dei cantanti.

Santa Cecilia, vissuta a Roma Tra il II ed il III secolo, è stata una aristocratica romana convertita al cristianesimo, vergine e martire. Santa Cecilia è la patrona della musica, dei musicisti e dei cantanti.

 

Concerti di Santa Cecilia, fonte del testo tratta dal sito SanMartino.com

Primiero Dolomiti Festival: Concerto di Santa Cecilia

il 23/11/2024 ore: 20:30 a Fiera di Primiero presso la Palestra Vallombrosa
Dopo la bellissima esperienza dello scorso anno dove alcune realtà musicali della Comunità Primiero e del Vanoi si sono ritrovate per festeggiare Santa Cecilia, patrona della musica, degli strumentisti e dei cantanti, viene riproposto il concerto anche in questa edizione del Festival, il Concerto di Santa Cecilia con:
  • Coro Ad Majora, diretto dal M° Leandro Pasqualetto
  • Ensemble di Fisarmoniche della Scuola Musicale di Primiero, diretto dal M° Davide Partel
  • Ensemble Vocale Femminile della Scuola Musicale di Primiero, diretto dal M° Paola Crema
  • Coro Vanoi, diretto dal M° Paolo Scalet


Fiera di Primiero, Palestra Vallombrosa, ore 20.30

Anniversari di Matrimonio del Soprapieve

Mettimi come sigillo sul tuo cuore,come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore.. (cantico 8,6)

Domenica 17 novembre 2024 Arcipretale di Fiera 

ore 10.30 Santa Messa Solenne

Anniversari_Matrimonio_2024 volantino in pdf

SONO INVITATE TUTTE LE COPPIE CHE NEL 2024
FESTEGGIANO UN ANNIVERSARIO
IMPORTANTE DI MATRIMONIO
(10 –15– 20- 25-30-35-40-45-50-55-60-65…)

Si invitano le coppie a segnalare la propria presenza al parroco don Giuseppe (tel. Canonica di Pieve 0439.62493)
oppure attraverso i sacrestani nelle singole parrocchie, o in segretaria da Maria Paola.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!

 

Orari Sante Messe 1 e 2 novembre 2024 – Tutti i Santi e defunti

Orari Sante Messe festività di Tutti i Santi 2023 (ai cimiteri e/o in chiesa) e dei defunti.
Clicca sulla unità pastorale di tuo interesse per leggere gli orari. 


VanoiSottopieve – Soprapieve

 

UNITA’ PASTORALE DI SOPRAPIEVE


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CONFESSIONI IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DI TUTTI I SANTI DOMENICA 29 OTTOBRE
MERCOLEDÌ 30 OTTOBRE
Tonadico: 16.30-17.45
San Martino di C.: 16.00-17.00
GIOVEDÌ 31 OTTOBRE
Transacqua e Siror: 9.00-10.00
Arcipretale di Fiera: 16.00-17.45

 

 

 

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UNITA’ PASTORALE SANTI PIETRO E PAOLO E SAN GIORGIO

1 novembre SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

 

 

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UNITA’ PASTORALE DEL VANOI

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI SANTE MESSE AL CIMITERO

CONFESSIONI COMUNITARIE (CON POSSIBILITA’ DI CONFESSIONE INDIVIDUALE)
Vedi orari sopra

Festa della Madonna Addolorata a Siror 2024

FESTA DELLA MADONNA ADDOLORATA A SIROR
DOMENICA 15 SETTEMBRE 2024 Ore 9.00 – Santa Messa e PROCESSIONE DELLA MADONNA.
TRIDUO IN PREPARAZIONE:
Giovedì 12 settembre: ore 17.30 S. Rosario meditando i dolori della Madre
Venerdì 13 settembre: ore 17.30 S. Rosario meditando i dolori della Madre
Sabato 14 settembre: ore 17.30 S. Rosario meditando i dolori della Madre

Festa Patronale Natività di Maria – Sagron

Unità pastorale di Soprapieve.
Parrocchia di Sagron – Mis

Festa della Natività di Maria 
domenica 8 settembre 2024 ore 11.00 
Santa Messa nella Chiesa di Sagron.

Segue processione lungo le vie del paese.

Chiesa di Sagron foto Luciana Bettega
Chiesa di Sagron foto Luciana Bettega

 

 

Lunedì d’estate a San Silvestro

Nei mesi estivi, ovvero giugno, luglio, agosto (coincide con il giorno della trasfigurazione) e settembre,

alle ore 9 viene celebrata la Santa Messa a San Silvestro.
Si inizia con
Lunedì 3 giugno 2024 alle 9.00 Santa Messa a San Silvestro
Lunedì 1 luglio 2024 alle 9 Santa Messa a San Silvestro

Martedì 6 agosto 2024 alle ore 9 Santa Messa a San Silvestro
Camminata della trasfiguarzione.


Lunedì 2 settembre 2024 alle ore 9 SantaMessa a San Silvestro
Con questa celebrazione si conclude la serie delle Messe estive al santuario.

 

Chiesetta di San Silvestro 1 maggio 2019 Foto Luciana Bettega
Chiesetta di San Silvestro 1 maggio 2019 Foto Luciana Bettega

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