Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo
Imer
I l primo nucleo della chiesa risale almeno al Trecento, fu poi ampliata a metà del Cinquecento e ancora nel Settecento. Il campanile cinquecentesco si ingrandì nel secolo XIX. Un affresco esterno settecentesco raffigura San Cristoforo, il protettore dei viaggiatori, che trasporta il bambin Gesù oltre un fiume. All’interno la chiesa è scandita da tre navate. L’altar maggiore ligneo del 1768 è consacrato alla Trinità, quello della navata a sx offre una pala con la Madonna del rosario, sotto la quale si raccolgono i santi Silvestro (patrono di Primiero), Antonio abate, Maria Maddalena e Francesco. Il tabernacolo del Seicento viene da Lamon. Nella navata a dx una pala rappresenta la Trinità, con ai piedi San Giovanni Nepomuceno e San Bartolomeo, patroni della valle del Vanòi. Gli autori delle tele sono riconducibili alla scuola degli Unterpergher della Val di Fiemme. Gli altari laterali lignei risalgono al 1763.
Santi Pietro e Paolo
Due apostoli e due personaggi diversi, ma entrambi fondamentali per la storia della Chiesa del primo secolo così come nella costruzione di quelle radici dalle quali si alimenta continuamente la fede cristiana. Pietro, nato a Betsaida in Galilea, era un pescatore a Cafarnao. Fratello di Andrea, divenne apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Galilea e dopo aver assistito alla pesca miracolosa. Da sempre tra i discepoli più vicini a Gesù fu l’unico, insieme al cosiddetto «discepolo prediletto», a seguire Gesù presso la casa del sommo sacerdote Caifa, fu costretto anch’egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il maestro, come questi aveva già predetto. Ma Pietro ricevette dallo stesso Risorto il mandato a fare da guida alla comunità dei discepoli. Morì tra il 64 e il 67 durante la persecuzione anticristiana di Nerone. San Paolo, invece, era originario di Tarso: prima persecutore dei cristiani, incontrò il Risorto sulla via tra Gerusalemme e Damasco. Baluardo dell’evangelizzazione dei popoli pagani nel Mediterraneo morì anch’egli a Roma tra il 64 e il 67.
Li ricordiamo il 29 giugno.