Stefano Fontana nacque a Siror, il 21 febbraio 1886. Nell’autunno del 1898 entrò nel seminario di Trento dove compì gli studi ginnasiali, liceali e teologici.
Fu ordinato sacerdote il 21 dicembre 1909. Fu destinato dai superiori all’insegnamento e l’anno successivo s’iscrisse alla facoltà di filosofia nella Università di Innsbruck. Si laureò quattro anni dopo ed entrò come supplente al Seminario minore di Trento.
E’ in questi anni giovanili che matura la passione per la storia. Un’interesse che lo vide instancabile frequentatore di archivi, trascrittore attento di documenti e divulgatore rigoroso delle vicende storiche locali, con un’attenzione particolare alla Valle di Primiero. Allo scoppio della prima guerra mondiale lasciò Trento e nell’estate del 1916 seguì, come assistente spirituale, parte dei compaesani di Siror condotti profughi nei comuni di Serravalle, Gavi e Arquata in provincia di Alessandria. Rientrato nell’ottobre successivo, si trasferisce a Feltre, dove presso il Seminario all’attività di docente affianca quella di vicedirettore.
In questo periodo frequenta assiduamente l’archivio vescovile di Feltre e altri archivi di questa città e di Belluno; rinvenendo e studiando documenti e atti che diventeranno materiale fondante delle sue ricerche storiche. Nel frattempo s’iscrive alla facoltà di Lettere nell’Università di Padova (si laureerà nell’immediato dopoguerra).
In seguito alla rotta di Caporetto, del 24 ottobre 1917, dovette lasciare Feltre e interrompere bruscamente il suo magistero. La riprenderà a Tesero nell’ottobre dell’anno successivo, per i seminaristi di Fiemme e Fassa. Nell’aprile del 1919 riaprì, seppur ancora danneggiato dagli eventi bellici, il Seminario di Trento. Don Fontana rientrò nella sua sede “naturale”: vi insegnò, greco, latino e tedesco con competenza e intelligenza didattica per 35 anni, curando contemporaneamente la biblioteca del Seminario minore. Lascerà la sede di Trento solo allo scoppio della seconda guerra mondiale andando a dirigere una sezione staccata del Seminario Minore, prima a Pergine e poi a Drena.
Nel frattempo mette a frutto il notevole corredo di notizie e documenti acquisito: grazie alla sua chiara visione delle vicende passate e alla notevole capacità letteraria incomincia a scrivere. E’ del 1929 lo scritto Il vescovo di Feltre Giacomo Rovellio a Trento. Per il XXV anno di episcopato di Mons. Endici. E’ il primo di una lunga serie di lavori, in gran parte articoli che compariranno su varie riviste della regione e soprattutto sul mensile Voci di Primiero.
Di questo bollettino parrocchiale fu, nel 1941 uno dei fondatori insieme con don Giovanni Gubert. Continuò a seguirne e curarne l’edizione corredandolo di innumerevoli articoli, quasi tutti anonimi, sulle vicende storiche ma anche di costume della valle di Primiero.
Morì a Trento il 20 aprile 1972.