Due gli itinerari per raggiungere l’Alpe Vederna (1320 m.): quello storico, percorribile solo a piedi in un’ora e mezza, parte in prossimità del paese di Imèr, in località Cappucetto rosso, e sale con decisione ai bordi della forra vertiginosa della Val Noana, si inerpica per boschi di faggio e supera la cascata del Saltón. L’altro è una strada sterrata non collaudata di 11 km. che inizia in località Pontét. Entrambi conducono sull’Alpe Vederna, luogo da idillio silvo-pastorale: ampi prati, vaste colline, boschi e le spettacolari Vette Feltrine incombenti, piccole e sparse baite in legno ed un rifugio. I prati delle Vederne sono dal 1829 proprietà di un consorzio composto dalla maggior parte dei capi famiglia di Imèr.
Sull’Alpe Vederna c’è da tempo immemorabile una grande croce lignea e solo nel 1941 si cominciò a progettare la costruzione di un piccolo luogo di culto, a beneficio delle famiglie che trascorrevano sull’Alpe tutta l’estate, per la fienagione e la cura dei campi di segale e lino. Nel mese di maggio del 1942 erano pronte 4222 lire, un progetto di Francesco Schweizer (molto simile a quello della chiesetta di San Giovanni) ed il benestare della curia di Trento, ma il precipitare degli eventi bellici indusse le autorità dell’epoca a far soprassedere la comunità.
Finito il conflitto, tutto sembra ricominciare da capo: si pensa ad una edicola sacra, ma si decide per una chiesetta. Cambia il progettista ed il disegno: l’autore è Albino Doff Sotta. La chiesa non poteva che sorgere sulla selletta della crós. La partecipazione della comunità per la realizzazione dell’opera è compatta e nel 1947 la chiesa è conclusa: complessivamente per tutti i lavori si spenderà circa un milione dell’epoca e con tanto lavoro prestato gratuitamente, a piovéch. Il 5 settembre 1948 la cappella, dotata anche di campana, fu inaugurata con solenne celebrazione e intitolata alla Madonna della Neve. La costruzione è ardita e svettante, con un pinnacolo ligneo che sovrasta la cella campanaria. Si pensa subito anche agli arredi interni e alla decorazione pittorica: solenni affreschi sono realizzati nell’absidiola dal pittore Fracalossi di Trento. Sono rappresentati i patroni della parrocchia di Imèr, gli apostoli Pietro e Paolo, San Vigilio titolare dell’intera diocesi di Trento e San Simonino, due grandi angeli ai lati. Queste opere però non sono più visibili, perché trent’anni dopo, in occasione di lavori di manutenzione, vennero imbiancate e nel catino dell’abside il pittore Roberto Endrizzi dipinse ad olio la Madonna della Neve, collocata in un’invernale Alpe Vederna. Il più grande concorso di paesani e turisti si registra in occasione della festa della patrona, la prima domenica di agosto. D’estate la chiesa è sempre aperta.
Chiese sui monti di Primiero |