
Comunità Cristiane di Primiero – Vanoi e Mis
Unità Pastorali del Vanoi e Santi Pietro e Paolo e San Giorgio

Diocesi di Trento
Imèr Mezzano Fiera di Primiero Transacqua Tonadico Siror Sagron-Mis San Martino di Castrozza Canal San Bovo Caoria Ronco Prade Zortea

Don Nicola Belli – Foto di Luciano Sperandio

Carissimi fratelli e sorelle,
vorrei raggiungervi con un abbraccio mentre sto compiendo il cammino di San Francesco insieme a 11 Pellegrini delle nostre parrocchie.
Come ormai avrete appreso il vescovo mi ha nominato per un nuovo incarico pastorale: dall’autunno prossimo sarò parroco di Mori e Besagno e dell’Unità pastorale della Val di Gresta. Non è mai facile chiudere un tratto di strada per aprirne un altro: ci sono amicizie sentimenti, legami, relazioni, tratti di strada percorso insieme, vite che si sono intrecciate. Abbiamo costruito insieme un tratto di storia del Vanoi, di Imér e Mezzano.

Ho dato la mia disponibilità al Vescovo e ho accolto con grande serenità il nuovo mandato che lui mi ha affidato. Ma questi sono giorni di grande confusione, perché mi sto rendendo conto di quanto le nostre vite si sono intrecciate e di quanto mi volete bene. Parto per portare alle nuove comunità questo bene che mi volete. Vado lì a nome del Vescovo, ma anche a vostro nome. Vi lascio in buone mani: Don Augusto Pagan è un uomo di grande umanità, capace di andare al passo di chi fa più fatica e dalla profonda spiritualità. Accoglietelo come il dono che la Provvidenza ha pensato per voi da sempre e che ora lo realizza.
Don Augusto ha 68 anni ed è originario di Grigno. È stato ordinato sacerdote nell’ordine dei missionari comboniani e dopo anni di missione, è stato parroco prima a Ischia e Tenna, poi a Roncegno e le parrocchie lì attorno e da 6 anni a questa parte parroco delle parrocchie di Mori, Besagno e della val di Gresta.
Ci sarà tempo per vederci, salutarsi, pregare e ringraziare insieme, ma fin d’ora lasciatemi dire dal più profondo del cuore Grazie!
Siete stati per me un dono enorme che la Provvidenza ha voluto farmi. Con voi sono cresciuto e grazie a voi oggi sono quello che sono. Sento che il verbo che ha accompagnato finora la mia vita è quello del ritornare. Venendo qui in Vanoi e Primiero sono ritornato sui passi della storia della mia famiglia, visto che la mia mamma è originaria di qui. Ritornando a Mori, ripercorro quei primi passi del mio ministero sacerdotale. È un invito chiaro del Signore a continuare accentrare la mia esistenza e il mio ministero su di Lui. A ricordare al mio cuore e alla mia mente che la vita non è più mia ma sua. Mi ricorda che io appartengo a Lui e a tutte le persone che incontro sul mio cammino. Ho imparato a non chiedere nulla per me, ma sempre per gli altri e così il Signore mi ha insegnato come si sta al proprio posto e si può amare l’altro accettando il posto nel quale ti lascia entrare nella sua vita. 10 anni fa non avevo chiesto di venire in Vanoi, 5 anni fa ho ricevuto la cura Pastorale di Imèr e Mezzano. Oggi lo stupore (perché minimamente aspettato) perché mi viene chiesto di ritornare lì dove ho iniziato il mio ministero sacerdotale. Sono quello che sono Grazie anche a voi. È grande la sorpresa nel mio cuore di quanto vi voglio bene e voi lo volete a me. Chiedo perdono a chi ho mancato e si è sentito tradito da me. Vi affido tutti al Signore e vi abbraccio uno ad uno.
Don Nicola Belli


GREST 2021: SEI DEI NOSTRI
“Sei dei Nostri quando posti i sorrisi degli amici, Sei dei Nostri se dimostri qual è la via maestra e non c’è un posto in tutto il mondo che sia casa nostra. Come il sole io scalderò, non temerò più il buio. E sarò pioggia e ti porterò, una colomba dopo il diluvio”: queste sono le parole dell’inno del Grest 2021 tanto ballato e cantato. Un’esplosione di gioia che ha contagiato tutti.
Da mercoledì 30 giugno a venerdì 16 luglio, all’oratorio di Canal San Bovo si è respirato un clima di risate, divertimento, sorrisi, musica, balli e giochi. La pubblicazione a maggio delle Linee guida della Provincia di Trento per la gestione dei servizi estivi, ha permesso all’equipe del Grest di avere il tempo di progettare i 13 giorni in modo originale, creativo con inventiva ed audacia. È stata fatta la scelta, rispetto al 2020, di collocare tutte le squadre in oratorio così da ricreare quel momento tutti assieme di accoglienza. Dalle ore 14 alle 18, per bambini e ragazzi, dai 5 ai 14 anni – totale di 58 partecipanti – sono stati pomeriggi intensi con passeggiate, laboratori, caccia al tesoro, la ricerca delle erbe con la nonna Pia di Imer così battezzata, la merenda al Maso Paradisi e per i ragazzi delle medie la costruzione di stelle di legno con Nicola Chiavarelli. Quest’anno si è inoltre ritornati in Apsp “Valle del Vanoi”. Le squadre hanno allietato con le loro risate, con giochi e balli gli ospiti: un’immensa gioia che ha regalato uno speciale sorriso nel cuore di tutti. L’ecologia ha poi fatto da cornice al Grest; tramite una scenetta a puntate dove i nostri giovani animatori erano i protagonisti, si è toccato temi importanti legati al benessere e al rispetto del nostro pianeta, al nostro stile di vita e quanto esso influisce. E da questo è nato il puzzle dell’ecologia: ogni squadra ha rappresentato un elemento della natura – acqua, sole, fuoco, nuvole e foglie – legate tutte da questa frase: “Essere consapevoli di un equilibrio fragile nell’armonia con rispetto, riconoscendo che tutto è connesso e vivendo con gratitudine, tutti assieme nella GIOIA”.

A conclusione della settimana, per due venerdì, è stata celebrata la Santa Messa. In particolare venerdì 16 luglio è stato consegnato a don Nicola un dono ricordo del Vanoi: su un foglietto di carta, ognuno ha scritto un pensiero, arrotolati sono stato inseriti in una brocca di vetro con incise a mano delle mani pronte a stringere delle piume e la frase “… come una piuma nel respiro di Dio”.
In questi 10 anni il Grest di Canale è cresciuto diventando una splendida ed indimenticabile esperienza per tutti, bambini, ragazzi, giovani, per i numerosi volontari che si sono messi in gioco, per le famiglie e per la comunità stessa. Grazie a don Nicola si è scoperto il valore racchiuso nel Grest: la bellezza dello stare assieme, radicati nella speranza per essere protagonisti assieme a Dio.
Jennifer


Fano scritto dai ragazzi.
Il campeggio è un’esperienza di condivisione con la voglia di stare e crescere assieme assaporando il valore dell’amicizia e del gioco di squadra in un clima di divertimento, serenità e gioia.
Le Linee guida della Provincia di Trento per la gestione dei servizi estivi ha permesso quest’anno di svolgere il campeggio. E così con i ragazzi delle medie dal 22 al 28 agosto si è tornati al mare. Alloggiati presso la Villa Alto Prelato – Fano (Pu) nelle Marche, 33 ragazzi, 7 giovani animatori e 5 adulti accompagnati da don Nicola e don Heriberto hanno condiviso quest’avventura. Un campeggio iniziato con la partecipazione alla Santa Messa in onore del patrono di Canale, San Bartolomeo, per poi caricare le valigie e partire. Una settimana che è volata: tre giorni al mare che hanno regalato tanto relax, pennichelle sotto il sole e giochi sulla sabbia, un po’ meno bagni e tuffi dal momento che il mare un po’ mosso non permetteva ciò. Le risate, l’entusiasmo, lo svago, le abbuffate (come non gustarsi il cibo quando le cuoche ti viziano con dolci e grigliate), la spensieratezza e il piacere dei giochi serali proposti dai giovani animatori sono ingredienti che colorano quest’avventura … senza dimenticare i momenti di riflessione. Don Nicola ha guidato il gruppo nella scoperta dell’amico: sognare di avere un amico dal cuore grande, che sappia leggerti dentro al cuore, che vada oltre l’apparenza, che sia quell’aiuto prezioso per vivere bene la vita ed esserne sempre grato ringraziando Dio di questo dono. È “Essere stati presi per mano” … un cammino di riflessione arricchito da canzoni, dalla lettura del Vangelo e da testimonianze. Martedì la giornata è stata dedicata alla scoperta di Assisi. Celebrata la Santa Messa nella chiesa di San Damiano, si è proseguito visitando questo luogo. Nel pomeriggio i ragazzi sono stati impegnati nelle interviste raccogliendo dalla gente che incontri per strada la loro opinione in riferimento alla domanda: “come faccio a capire di chi mi posso fidare?”. La giornata è continuata con la visita alla Basilica di San Francesco e poi a piedi lungo la strada mattonata di Assisi (istinto leggere nomi e provenienze cercando la mattonella con qualche nostro paese della valle) per arrivare fino a Santa Maria degli Angeli per vedere la Porziuncola. Venerdì il cammino ha portato al vicino Eremo di Montegiove dove ognuno nel silenzio ha scritto la propria Lettera a Dio… sono esperienze che lasciano un’impronta in ciascuno di noi.
“La voglia di stare assieme, l’amore che c’è in ognuno di noi nel fare anche le piccole cose, il legame, la fatica e la pazienza, il divertimento, la fantasia, la voglia di aiutarsi” sono parole dei nostri giovani animatori che racchiudono il valore dell’esperienza.

Era il 2014 quando don Nicola ha lanciato all’equipe del campeggio l’idea di cambiare meta. Non più la montagna ma il mare … una pazzia di primo impatto ma poi via verso Lucca e nel 2016 dall’altra parte Rimini e poi Fano. Un campeggio di non solo mare ma arricchito dall’adrenalina che trovi al Cavallino Matto e all’Acquafan; i luoghi visitati Barbiana, Loppiano, Nomadelfia, Amatrice; le città Lucca, Pisa, Loreto, Bologna, San Marino, Urbino, Assisi dove i ragazzi hanno sperimentato l’intervistare la gente sui temi toccati: la fede, la carità, la misericordia, la speranza, il perdono, la preghiera, l’amico vero con A maiuscola … Per i ragazzi che in questi anni hanno partecipato, per i giovani animatori che si sono messi in gioco e per gli adulti che credono e mettono il loro tempo a disposizione sono stati anni di crescita comunitaria e personale. Tutto ciò è un’eredità preziosa: Grazie di cuore don Nicola.
Jennifer



(In caso di maltempo la celebrazione si svolgerà all’ interno della chiesa) Tutta la comunità è invitata!


UNITA’ PASTORALE “SANTI PIETRO E PAOLO E SAN GIORGIO”
COMUNITA’ PARROCCHIALE DI MEZZANO
Scarica il pdf – Saluto a don Gianni Venturelli e anniversario Padre Giovanni Castellaz – Mezzano
Santa Messa di ringraziamento nel 50° di sacerdozio di Padre Giovanni Castellaz
Saluto e ringraziamento a don Gianni Venturelli della Comunità dei Salesiani di Santa Croce
DOMENICA 5 SETTEMBRE ORE 18.00
CHIESA DI MEZZANO
TUTTA LA COMUNITA’ E’ INVITATA!
La Messa festiva delle ore 9.00 viene sospesa

Il 22 agosto 1959, con la solenne consacrazione dei popoli a Maria, si concludeva l’ultima Mariapoli di Primiero. La Comunità Locale del Movimento dei Focolari, celebra anche quest’anno, a PRIMIERO la memoria del Patto di fraternità fra i popoli.
Per i limiti imposti dalla pandemia in corso all’evento di quest’anno si potrà partecipare via web anche da sedi lontane.
L’ evento on-line è in collaborazione tra Movimento dei Focolari, Comunità Locale di Primiero, ACLI Primiero e si svolgerà il 22 agosto 2021 a partire dalle ore 16.00
Sarà visibile su: https://www.facebook.com/focolaritalia
In differita su: https://www.youtube.com/c/FocolaritaliaItalia/

Racconto, esperienze di vita e video dalle Mariapoli degli anni ’50 Dott. Diego Goller Iride
FAR CRESCERE LA FRATERNITÀ: LA CURA DEL CREATO E DELLE RELAZIONI Prof. Sergio Rondinara
La natura (video)
Presentazione di Ricostruire Comunità a Primiero
Esperienza del GENVERDE con video e canzone


Dal 10/08/2021 Al 11/08/2021
Località: Tonadico
Luogo: Monastero delle Clarisse Cappuccine
10 agosto


Il “FORUM – C’è un altro modo si fare impresa…” è un incontro annuale per l’economia e il lavoro nato a Primiero quattro anni fa con l’intento di produrre idee nuove per promuovere l’economia ed il lavoro, in particolare quello giovanile, nella Valle di Primiero.
Prof. Luigino Bruni, da 10 anni apprezzato editorialista di Avvenire, coordinatore del convegno di Assisi su Economia di Francesco, coordinatore mondiale di Economia di Comunione, docente in 2 università, biblista che interroga la Parola di Dio e se ne lascia interrogare, autore di numerose pubblicazioni.
Dal quotidiano Avvenire.
Bruni e Avvenire. La buona misura è dismisura: molto più di un’altra economia
Alessandro Zaccuri domenica 25 luglio 2021
Luigino Bruni e ‘Avvenire’: dieci anni e un giorno tra il Libro e la realtà (dafare nuova)
L’accademico e scrittore in questi anni ha proposto un approccio alla Scrittura in chiave economica evidenziando quel processo che è principalmente produzione di senso La dimensione femminile è una delle caratteristiche ricorrenti nell’analisi dei testi proposta in numerosi articoli – .
Dieci anni. Anzi, dieci anni e un giorno, che a pensarci è un conteggio più adeguato all’idea di economia e di umana sapienza che, a partire dal 24 luglio 2011, Luigino Bruni ha voluto condividere con i lettori di Avvenire attraverso un appuntamento domenicale subito impostosi per autorevolezza e divenuto presto familiare. Dieci anni è l’esito del computo preciso dal quale il buon amministratore non può prescindere quando si tratti di dare concretezza a un progetto. Ma c’è quel giorno in più, a sua volta indispensabile, perché è soltanto nella dismisura che si apprezza la misura: soltanto prendendo atto che non tutto è compiuto si riesce a immaginare il compimento.
Se la scienza della misura è l’eredità di Atene, ossia della tradizione di pensiero che deriva dalla cultura greco-latina, l’arte della dismisura è il dono di Gerusalemme, è la prospettiva di inesplicabile grandezza che contraddistingue la mentalità dell’uomo biblico. Non per niente, la prima attestazione di una citazione scritturistica in ambito profano risale all’anonimo trattato greco Del sublime, che nel I secolo d.C. mette a tema quella particolare declinazione della bellezza che implica la percezione del tremendo e spinge verso la magnanimità: la dismisura, appunto, senza la quale verrebbe meno la ragione stessa della misura. I n questi dieci anni e un giorno, Bruni ha affrontato argomenti che, nella loro varietà, restano sempre riconducibili all’esigenza di un ripensamento profondo – mai polemico e sempre documentato – degli elementi che stanno alla base dell’agire economico, nella sua accezione più piena. Lo ha fatto rimettendo in discussione le premesse del capitalismo e restituendo al Medioevo la sua carica innovativa e comunitaria, per esempio. Lo ha fatto, anzitutto, rileggendo la Bibbia da una prospettiva apparentemente inusuale, che è appunto quella dell’economista che interroga la Parola di Dio e se ne lascia interrogare. A differenza di quanto avviene spesso nella saggistica degli ultimi decenni, Bruni non sovrappone mai le sue competenze al dettato del testo al quale si riferisce, né lo piega per trovare conferma a una tesi precostituita o, peggio, pregiudiziale.
Siamo lontanissimi da operazioni come quelle che hanno equiparato L’arte della guerra di Sun Tzu a un manuale di marketing o che hanno dissezionato le opere di Shakespeare per trarne massime di comportamento a beneficio dei manager. Iniziative di per sé comprensibili, in alcuni casi perfino apprezzabili, ma che alla lunga tradiscono un intento opportunistico del tutto estraneo alla singolare forma di esegesi promossa da Bruni. C redente oltre che scienziato (meglio: scienziato in quanto credente, perché la ragioni della speranza non vanno disgiunte dalla ragionevolezza dell’argomentazione), lo storico dell’Economia e teorico dell’Economia di Comunione si accosta alla Bibbia con uno sguardo originale ma non ingenuo. Prima di intraprendere il commento di un libro, attua una ricognizione il più possibile ampia e circostanziata, si rifà all’inesauribile pa- trimonio patristico e attinge agli studi più aggiornati e interconfessionali. Dopo di che, Bruni procede in campo aperto, andando alla ricerca di un legame che, a lungo inavvertito, finisce per imporsi come principio ermeneutico decisivo. In questione, com’è noto, c’è la dimensione economica del racconto biblico, che è qualcosa di più e qualcosa di diverso rispetto al guadagno di esperienza che ogni racconto non manca di suscitare. Questo è lo statuto della letteratura, alla quale la Bibbia stessa appartiene in quanto biblioteca di generi differenti, dal resoconto storico al poema d’amore. Per dirla con l’Eliot della Terra desolata (o devastata, come suggerisce la nuova traduzione di Carmen Gallo), la vicenda di ogni essere umano è sempre sospesa tra profit e loss, tra ‘profitto’ e ‘perdita’, termini squisitamente economici dei quali la letteratura si appropria per esplorare il mistero della vita e della morte, del desiderio e del lutto.
Negli interventi un ripensamento dell’agire economico, mettendo in discussione le premesse del capitalismo e rileggendo la Bibbia da una prospettiva inusuale
Questo accade anche nella Bibbia, certamente. Ma nella Bibbia non accade solamente questo, come Bruni sta dimostrando una domenica dopo l’altra. Undici finora i libri commentati, dal racconto fondativo di Genesi (dove i patriarchi sono spesso mercanti, e mercanti particolarmente accorti) fino alla brevissima, meravigliosa storia di Rut, la straniera capace di trasformare in marginalità positiva l’emarginazione alla quale sarebbe altrimenti destinata. La dimensione femminile è una della caratteristiche ricorrenti nell’analisi condotta da Bruni, che nello specifico ha posto la sua indagine sull’Esodo sotto il segno delle «levatrici d’Egitto ». È una sensibilità che non stupisce, considerata l’adesione di Bruni al Movimento dei Focolari, all’interno del quale è fortissima l’impronta mariana impressa dalla fondatrice Chiara Lubich. Una volta di più, però, femminile in quanto percorsa dalla ruah, il respiro materno dello Spirito, è tutta la Bibbia, nel canto dei Salmi così come nella testimonianza dei profeti (Isaia, Geremia ed Ezechiele sono quelli di cui Bruni si è già occupato), nelle cronache consegnate ai libri di Samuele e dei Re così come nell’aspra requisitoria di Qoèlet. Per accorgersene occorre sventare l’equivoco in conseguenza del quale il dettato della Bibbia rischierebbe di restare imprigionato in una fissità fuori dal tempo. Proprio perché è Parola di Dio trasmessa all’umanità, al contrario, la Bibbia si rende sempre disponibile all’interpretazione. In maniera non arbitraria e strumentale, si capisce, ma sempre circostanziata e rispettosa della realtà storica e delle implicazioni teologiche che ogni interpretazione presuppone. I l modello suggerito da Bruni consiste nel leggere la Bibbia in chiave economica non tanto (o non soltanto) perché nella Scrittura si trovino indicazioni imprenditoriali ancora oggi preziose, ma perché la Scrittura stessa mette in atto un processo economico, che è principalmente e irrinunciabilmente un processo di produzione di senso. La Bibbia è il testo generativo per eccellenza, nel quale la dinamica tipica della letteratura è sottoposta a un salto di scala. Il racconto parla di noi, come sempre, ma nello stesso tempo ci rivela qualcosa la cui esistenza ci sarebbe nota solo per via di intuizione o di presagio. In questo modo, ogni pensiero economico si rivela come riflesso, più o meno fedele o distorto, del disegno complessivo dell’economia della salvezza che la Bibbia descrive libro per libro, versetto per versetto.
Decifrare questi segnali è l’impresa che Bruni ha fatto propria e per la quale, da dieci anni e un giorno, abbiamo imparato a essergli grati. Se poi si volesse aggiungere un altro dato, di quelli esteriori e fattuali che tanto ricorrono nella rappresentazione convenzionale dell’economia, si potrebbe ricordare come i libri tratti dalle sue rubriche bibliche, editi con cadenza regolare da Edb, abbiano riscosso un interesse tale da provocare addirittura un tentativo di contraffazione. È capitato qualche anno fa, con il commento al libro di Giobbe, e in fondo anche questo è un segnale da non trascurare.