Il ciclo di incontri sull’Enciclica Laudato Si, si è concluso lo scorso 25 marzo.
A fare una sintesi sull’intero percorso, focalizzando alcuni aspetti cruciali è stato Alberto CONCI, docente di Etica e Religione, che partendo dalla MARCIA GLOBALE PER IL CLIMA, ci ha aiutato a capire come l’evento sia stato un evento planetario unico negli ultimi 60 anni. La Marcia ha rappresentato sicuramente un momento di inizio!
Attraverso una carellata di prime pagine dei giornali, ha analizzato come la marcia è stata annunciata e successivamente raccontata e grazie a questa analisi si riesce a comprendere come la marcia abbia, forse anche inconsapevolmente letto l’Enciclica.
In tutto il mondo in ben 2200 città i giovani hanno manifestato PACIFICAMENTE, non si sono verificati episodi di violenza. L’Enciclica di fatto rappresenta la bandiera della gioventù e va da se che l’affermazione: i giovani sono lontani dalla Chiesa è inesatta.
Emerge quindi che la CHIESA ha di fronte a sé un’ottima opportunità di dialogo con i GIOVANI!
L’Italia è stato il paese al mondo che ha visto il maggior numero di città coinvolte nella marcia.
In tutte le prime pagine dei giornali del 15 e del 16 marzo, le varie testate hanno affiancato alla notizia della MARCIA GLOBALE, il dolore per la strage in NUOVA ZELANDA. Da una attenta analisi è emerso però che la parola più usata è stata SPERANZA!
Dai vari articoli emergono alcuni elementi significativi:
– Il consenso intorno ai nodi basilari dell’ Enciclica non è così scontato: Non è tanto il caldo, è l’umidità che t’ammazza è un modo per banalizzare e ridicolizzare la questione.
– una parte dei media ha riconosciuto l’unicità dell’iniziativa;
– un’altra ha svilito l’impegno collettivo, definendo “Gretini” i ragazzi scesi in piazza.
Non per niente una delle accuse che i giovani rivolgono al mondo degli adulti è la loro IMMOBILITA’. Oggi i ragazzi ci chiedono una assunzione di responsabilità e condannano la debolezza delle relazioni.
E’ nostro dovere non concentrare i cambiamenti verso l’esterno, ma cambiare i NOSTRI CRITERI di lettura della realtà: che valore attribuisco all’accumulo di beni e di ricchezze? quanto mi considero al centro del mondo? sono solo alcune delle domande che dobbiamo iniziare a porci.
Una cosa risulta evidente: la generazione dei ragazzi che sono scesi in piazza è la prima generazione che fin dall’asilo ha lavorato con le maestre e gli educatori sulla necessità di proteggere l’ambiente. Questa marcia, dunque, è il risultato del processo dell’azione educativa, che non produce frutti immediati, ma sul lungo periodo.
A noi oggi il compito di raccogliere la sfida e iniziare ad agire sui forti segni di SPERANZA che nonostante tutto illuminano il nostro OGGI.
Durante i nostri incontri abbiamo parlato di:
La cura della casa comune
Immigrazione e accoglienza
Ecologia del lavoro
Proteggere il creato per difendere l’uomo
Relazioni e coscienza civica
Vescovo Lauro Tisi in Primiero
Salvaguardia della Biodiversità